2014 -/+
Non so niente. Non so cosa fa cambiare il respiro di un'altra persona, cosa passa per la sua testa, il suo corpo, o perche l'atmosfera ha scaricato un fulmine proprio in quel istante. Posso sentire il ritmo di un respiro che cambia, i movimento di un corpo o del mio, in modo diverso, o le vibrazioni nell'aria - un tuono che arriva. Non so neanche la minima parte che passa in testa mia, figurati quello di un'altro.
Non so se il tempo e espresso in un continuo o discretamente (anche se tanto quadrerebbe piu con la seconda ipotesi, se c'e,) o se delinea l'integrazione di un campo di informazione, la sua ricorsivita'. Non so neanche se l'informazione e il tempo possono essere espressi nello stesso spazio, o se si puo sentire solo uno o l'altro, se sono la stessa cosa - in qualche relazione, forse con un costante quadrato, tipo. Percio non so neanche cos'e lo spazio, piu che spazio-tempo, se e continuo o perfino vero, o piu piuttosto illusorio, ovvero emergente e discrete. Roba sistemicamente locale.
A me non dispiace non sapere. Anzi, ne ho bisogno. Ovvero io ho bisogno, anche se non so neanche cos'e il bisogno o cose sono io. Ma c'e bisogno di sapere anche se non si sapra mai. Il bello e li.
Adesso pero so che c'e bisogno che tolgo i piccioni dal forno e riscaldo il pure di piselli-patate. O guardare le stelle. Non sono poi cosi lontane. Come diceva mio padre: 'drying sea-drop, changing universe' (gocce di mare che evapora, un universo che cambia.) Che stiano assieme a prendere un buon caffe, e guardare - no, a sentirsi, - parte delle stelle...
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